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Le collezioni

Gli orologi del Quirinale

Come gran parte degli arredi presenti nel Palazzo del Quirinale, anche la collezione degli orologi proviene in larga misura dalle più importanti regge preunitarie italiane. L’amministrazione della Real Casa si adoperò, fin dall’indomani della presa di Roma, a predisporre il corredo delle sale e degli appartamenti facendo giungere al Palazzo anche una grande quantità di pendole in prevalenza francesi comprese in un arco cronologico che va dalla fine del XVII  secolo fino all’ultimo decennio dell’Ottocento. In questo modo la collezione presenta un carattere culturale coerente e unitario che contempla gli stili da Luigi XIV al Secondo Impero fino alla Terza Repubblica.

L’ascendenza francese di manufatti realizzati dopo l’introduzione del pendolo negli orologi (1657), permette inoltre alla raccolta di liberarsi degli elementi, tetri e moralistici, del tardo Manierismo presentando oggetti raffinati, eleganti e sfarzosi che celebrano la levità e la ‘leggerezza’ del tempo piuttosto che l’ineluttabile scorrere delle ore verso il declino e la morte.

Lo Stile Luigi XIV

Nella collezione del Quirinale l’orologio da mensola di Nicolas II Hanet, databile all’ultimo decennio del XVII secolo e proveniente dal Palazzo Ducale di Parma, si pone come manufatto emblematico e di altissimo valore di questo momento di trasformazione stilistica. È invece riferita più direttamente allo stile precedente l’opera di Gilles Martinot, orologiaio di Luigi XIV. La pendola – databile negli ultimi decenni del XVII secolo – presenta caratteristiche prossime alla pendule religieuse anche se gli intarsi in bronzo dorato e in tartaruga denotano già un nuovo clima intellettuale.

Gli orologi a torre

Di diverso ambiente culturale sono i due orologi a torre entrambi con meccanismo di fabbricazione inglese. Il primo è firmato da John Ebsworth mentre la cassa venne sicuramente realizzata prima del 1692 per un membro della famiglia di Cosimo III dei Medici dalle botteghe granducali a Firenze. L’altro orologio a torre impiallacciato di radica di noce e profilature della stessa essenza è opera di Robert Higgs prodotto a Londra fra il 1714 e il 1731. Questa bellissima pendola è l’unica che era presente in Palazzo fin dall’epoca papale; nell’Inventario del 1732 risulta in Quirinale nell’attuale Sala delle Dame mentre nel successivo inventario del 1771 era  nell’attuale Sala degli arazzi di Lille.

Lo Stile Reggenza

Opere assai significative e affascinanti dello stile Reggenza nella collezione del Quirinale sono individuabili nella bellissima pendola firmata sul meccanismo Jacques Panier à Paris e in quella dell’orologiaio Thurel connotata da un’applique in bronzo dorato raffigurante una gru e una figura femminile con in mano un libro che reca l’iscrizione «VIDES PRESENTEM FUTURAM COGITA». La cassa degli orologi progressivamente accentua le linee curve e viene decorata da un repertorio sempre più ricco di applicazioni che riproducono figure, animali spesso fantastici e decorazioni vegetali esotiche o bizzarre.

Lo Stile Luigi XV

Il progressivo abbandono dei fondamenti classici e delle composizioni connotate da linee rette e equilibrate, iniziato nello Stile Reggenza, viene sviluppato ulteriormente nel cosiddetto stile Luigi XV dove le forme asimmetriche, il pittoresco, le linee curve e capricciose caratterizzano l’arte degli arredi. L’utilizzo di elementi naturalistici e fantasiosi, uniti all’impiego di motivi decorativi orientali, permette il definitivo passaggio negli orologi dalla forma a parallelepipedo della cassa a quella bombata e curvilinea.

Emblematico esempio di grandioso stile Luigi XV è la pendola di Denis Masson che assai probabilmente celebra, nella figura allegorica del putto che brucia le armi, l’aspirazione alla pace nel corso della guerra dei Sette Anni: realizzata verso il 1750 dal grande maitre francese venne acquistata per il Palazzo Ducale di Parma nel 1759 e nel 1888 arrivò in Quirinale. La splendida pendola, realizzata tra il 1752 e il 1753 da Pierre Latz e Jean Biesta e proveniente dal Palazzo Ducale di Colorno, rappresenta uno fra gli esempi più alti e significativi della decorazione rocaille della metà del ’700.

Lo Stile Impero

Il gusto neoclassico inserisce composizione a forma di urna, tempio, lira o con soggetti allegorici e mitologici. Questa tendenza trova largo sviluppo nello stile Impero anche tramite il rinnovato interesse per la cultura greco-romana e per quella dell’antico Egitto. Le iconografie degli orologi si arricchiscono di rimandi alla mitologia, alla storia, alla tragedia oppure alle immagini di templi, archi di trionfo, simboli di guerra e armi romane. Nella collezione del Quirinale vi sono svariati esempi di questo genere stilistico. Due pendole realizzate fra l’ultimo decennio del XVIII secolo e il primo del XIX da Charles-Guillame Manière fils e da Berton, riprendono il tema L’Emploie du Temps elaborato da Laurent Guiard per Madame Geoffrin già nel 1754. L’orientamento figurativo e rappresentativo delle “pendole a soggetto” si amplia nel periodo della Restaurazione producendo il fenomeno della ripetitività repertoriale delle iconografie che satura il mercato degli orologi negli anni successivi al Congresso di Vienna; ne è emblema la bella pendola, forse attribuibile a Claude Galle, che raffigura il “colloquio” tra Ippolito e Teseo tratto dalla tragedia Fedra.

Lo Stile Secondo Impero

Nell’età del Secondo Impero si assiste a una progressiva contaminazione delle forme con una accentuata rivisitazione dello stile Luigi XV. Ne è emblema il grande orologio da mensola dei Frères Lerolle, databile al quinto-sesto decennio del XIX secolo, in cui la monumentalità, la complessità e la sovrabbondanza degli elementi decorativi coesistono con una raffinatezza di fattura nei particolari che mostrano una grande capacità artistica. Anche l’opera di Ferdinand Barbadienne, databile alla metà del secolo, riprende motivi in stile Luigi XV con il quadrante di tipo cartouche che sottolinea l’arcaicità dei motivi decorativi utilizzati.