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Lo scavo archeologico

 Lo scavo nei giardini del Palazzo del Quirinale

Lo scavo di un settore del giardino del Quirinale, ha consentito la lettura di parte del tessuto archeologico in tangenza con la fabbrica principale del palazzo.

L'esiguità del cavo archeologico ha limitato la lettura stratigrafica ad un ridotto ambito, già fortemente intaccato dal sovrapporsi degli interventi edificatori successivi all'abbandono del sito ed in maniera più consistente dai diversi assestamenti del giardino cinquecentesco in età moderna.

Le successive colmature, dei notevoli dislivelli del luogo, ampiamente testimoniate dalle varie documentazioni del complesso, sono nel settore di scavo aperto, archeologicamente attestate da accumulo di materiale di crollo e spoliazione, ammassato e compattato a creare una regolare omogeneità di superficie.

Dall'indagine archeologica è in prima istanza apparso che l'intero settore venuto in luce è stato profondamente intaccato dalle fabbriche del palazzo con le murature antiche che, come si può leggere dalle strutture conservate sotto la balaustra moderna, sono state livellate, regolarizzate e colmate da detriti per creare un piano idoneo allo spiccato dei setti murari delle fabbriche del palazzo.

Le strutture venute in luce appartengono ad un'area di insediamento a carattere quasi esclusivamente abitativo sviluppatasi tra l'età repubblicana e la piena età imperiale.

Le strutture più antiche sono pertinenti ad una ricca casa di tipo signorile (domus) come testimoniano i materiali decorativi rinvenuti (frammenti pittorici, stucchi, elementi fittili ecc.) e parti di pavimenti a mosaico ora visibili grazie ad una complessa opera di recupero e restauro.

Le strutture abitative presentano almeno quattro principali momenti edificatori in cui si assiste ad una radicale trasformazione dell'impianto ed ad un progressivo innalzamento delle quote di calpestio così che ambienti prima di uso abitativo vengono poi inglobati e trasformati in ambienti di servizio.

Nello scavo sono evidenti oltre ad un antico muro in tufo forse un muro di contenimento o perimetrazione a cui si appoggia una consistente massicciata, ambienti costruiti in opera laterizia con resti di pavimentazione in cocciopesto ed una serie di archeggiature probabilmente pertinenti ad un portico.

L'intera area di scavo è stata sottoposta ad un restauro conservativo diffuso eseguito secondo i correnti metodi del restauro archeologico, al fine di garantire la piena e corretta conservazione delle strutture in luce ed ottenere la loro migliore valorizzazione.

L'area archeologica si conferma di particolare importanza soprattutto in connessione con vari resti di strutture antiche ora inglobate nelle fabbriche del Palazzo del Quirinale a testimonianza del ricchissimo tessuto urbanistico antico quasi del tutto sconosciuto ma di cui si hanno numerose notizie dalle fonti documentarie.

In alcuni ambienti del settore abitativo sono venuti in luce, a quote di calpestio diverse, pavimenti e mosaici pertinenti alle prime fasi costruttive della residenza. In particolare si segnalano ancora leggibili, nonostante siano stati poi inglobati in strutture successive, un frammento di pavimento in cocciopesto con puntinato regolare di tessere bianche e lacerti musivi tra cui spicca parte di un pavimento formato da un tappeto di tessere nere ornato da rombi di marmo colorato.

Ugualmente di grande interesse documentario, sebbene sia esiguo il frammento conservato, è il rinvenimento di un frammento musivo policromo raffigurante un ricco motivo ad intreccio di grande qualità artistica e raffinata tecnica esecutiva.